La chiesa e l'arte
La chiesa dei Battuti Neri è certamente la testimonianza più importante e significativa dell’antico splendore della Confraternita. Nell’aprile del 1591 il sodalizio ottenne la piccola chiesa di Santa Barbara, affacciata sulla Contrada Nuova (l’attuale via Vittorio Emanuele). I confratelli acquistarono poi una proprietà adiacente a questa, per poter avere uno spazio maggiore, e in quello stesso anno 1591, dopo aver abbattuto la chiesetta, iniziarono la costruzione della loro nuova chiesa, che dedicarono a S. Giovanni Battista Decollato. Si tratta di un edificio di pianta piuttosto semplice, con un’unica, ampia navata, munito di due sole cappelle laterali situate ai lati del presbiterio. E’ una tipologia che ha il suo prototipo nelle chiese romane dei Gesuiti e in particolare nella chiesa del Gesù che con il suo vasto interno costituì a lungo un modello ideale, imitato in tutto il mondo cattolico. La cancellata, che attualmente chiude il piccolo spazio antistante la chiesa, è un’aggiunta del tardo Ottocento. Il campanile fu innalzato nel 1648, con pianta quadrata, ad un solo ordine, poco elevato in altezza: così ci appare nella mappa del 1666. Nel 1677 i confratelli lo fecero riprogettare dal grande architetto fossanese Giovenale Boetto che lo sopraelevò, rispetto a quello primitivo a pianta quadrata, con una struttura di forma ottagonale. La chiesa conserva al suo interno preziose opere d’arte, perché nei secoli in cui la Confraternita era più fiorente, e cioè nel Seicento e nel Settecento, i confratelli si rivolsero sempre per i quadri e le sculture destinati alla loro chiesa, ai migliori artisti nella nostra zona e, talvolta, anche a quelli attivi presso la Corte di Torino. L’altare maggiore, solenne ed imponente, domina l’interno della chiesa. In esso campeggia una grande tela raffigurante la Decollazione del Battista; fu eseguita nel 1664 da Giovanni Claret, celebre pittore fiammingo operante a Savigliano. Un grande dipinto raffigurante Santa Barbara è collocata sul muro di sinistra, accanto all’altare dell’addolorata ove precedentemente si trovava il pulpito. E’ opera di un pittore di nome Giovanni Antonio Croce che lo realizzò nel 1662. L’acquisizione di opere importanti che dovevano dare prestigio al sodalizio, prosegue nel XVIII secolo, quando furono commissionate a Carlo Giuseppe Plura, anch’egli attivo alla Corte di Torino le statue della Vergine Addolorata e del Cristo Morto. Le statue del Plura, in legno policromo, hanno una intensa drammaticità e rivelano un carattere patetico espresso in forma addirittura teatrale, perfettamente aderente al ruolo di “macchina processionale” tipicamente barocca, cui erano destinate. Oggi le statue sono esposte sull’altare che si trova sul lato sinistro del Presbiterio. Questo altare fu costruito appositamente per contenere le statue del Plura e per progettarlo venne chiamato nel 1789 l’architetto Cardone, anch’egli attivo alla Corte di Torino. L’ultima grande committenza artistica fu affidata ad Agostino Cottolengo, fratello del Santo braidese, che dipinse le quattro grandi tele raffiguranti storie di San Giovanni Battista, collocate sulle pareti laterali della chiesa. La prima ed essere eseguita, nel 1832, fu la Nascita del Battista e negli anni successivi venne conferito l’incarico per gli altri tre dipinti raffiguranti: il Battesimo di Cristo nel Giordano, la Predicazione nel Deserto e il Non Tibi Licet intimato ad Erode dal Santo. Di Agostino Collolengo sono anche due dipinti ovali, esposti sul muro ai lati dell’altar maggiore che raffigurano l’uno Santa Caterina d’Alessandria e l’altro una Santa con attributi regali.
La chiesa, testimonianza di un’istituzione orgogliosa e ricca è stata accuratamente restaurata. Essa è regolarmente officiata ed aperta al culto e le sue funzioni sono molto frequentate. Anche le opere d’arte, commissionate dai confratelli nel corso di tre secoli, sono conservate con cura.